Territorio

NEL CUORE VERDE D’EUROPA

I nostri vini nascono tra le colline Abruzzesi, tra i dolci colli e il quiete mare

I nostri vini nascono in Abruzzo, nel “Cuore Verde d’Europa”, in un territorio profondamente vocato per la viticoltura, dotato di un microclima favorevole con escursioni termiche importanti. Le infinite distese collinari coltivate a vite sono situate tra il mare e la montagna, poco distanti tra di loro; un’immagine paesaggistica meravigliosa fa da cornice ad un territorio con un’agricoltura florida e variegata; è qui che si creano le condizioni ideali per la coltivazione di uve dai sapori unici ed inconfondibili, forti e gentili come questa terra.

TERRA DI MITI E LEGGENDE

La nostra terra protagonista di storie affascinanti.

Secondo la mitologia classica, l’Abruzzo è fortemente legato al culto pagano della dea Maia, tradizione antica che immortala una drammatica vicenda umana in un paesaggio fantastico attraverso un racconto surreale. La ninfa Maia, gigantesca figlia di Atlante, amata da Zeus ebbe un figlio, Ermete, un gigante bellissimo e battagliero. Maia fuggì dalla Frigia per portare in salvo suo figlio ferito gravemente in battaglia e inseguito dal nemico; dopo un naufragio con una zattera attraversò il mare Adriatico, sbarcò sulla costa abruzzese e temendo di essere raggiunta prese in braccio Ermete e continuò la sua fuga fino al Gran Sasso, dove trovò rifugio in una caverna.

Purtroppo però il giovane Ermete poco dopo morì lasciando sua madre in un pianto disperato. Maia seppellì il corpo del gigante sulla vetta più alta del monte e continuò a vegliarlo piegata nel suo dolore alle sue pendici. Secondo la tradizione mitologica osservando il Gran Sasso da levante verso ponente appare chiaramente come la vetta del Corno Grande incarni le sembianze di un gigantesco volto umano assopito in un sonno eterno; cosicchè il Gran Sasso d’Abruzzo fu denominato dagli antichi “il Ciclope di Pietra”, e la vetta gigantesca che si estende a partire dalle sue pendici come “la Madre Maiella”. Nel primo novecento, secondo l’immaginario poetico di Gabriele D’annunzio, in virtù di un magico incanto il gigante di pietra assunse le sembianze di una fanciulla leggiadra e prosperosa, romanticamente denominata da lui come “La bella Addormentata”.

I nostri vini

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